Cosa vuol dire che gli Stati Uniti mettono dazi contro i prodotti cinesi?
Nonostante i dazi, la produzione cinese di veicoli elettrici è stata superiore del 157% rispetto al 2022
Ciao! Senza pietà è la newsletter di Will Media che racconta l’attualità economica in modo schietto, senza fronzoli e, soprattutto, senza pietà. È scritta da Clara Morelli, autrice di economia di Will e Carlo Alberto Carnevale Maffè, Prof. SDA Bocconi.
Oggi parliamo delle nuove restrizioni al commercio tra Stati Uniti e Cina.
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📊 Parola ai dati | Cosa vuol dire che gli Stati Uniti mettono dazi contro i prodotti cinesi?
Abbiamo smesso di parlarne, ma la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina non si è mai fermata e nelle scorse settimane l’amministrazione Biden ha annunciato una serie di aumenti dei dazi su diversi beni cinesi.
Cosa sono e come funzionano dazi e tariffe?
I dazi commerciali sono tasse imposte su beni importati con lo scopo di proteggere le industrie nazionali e regolare il commercio internazionale.
Se ad esempio gli Stati Uniti impongono un dazio del 25% sulle batterie elettriche che arrivano dalla Cina, le aziende statunitensi che le vogliono importare devono pagare in più una tassa pari al 25% del prezzo della batteria. Se non viene fatto, la merce non viene rilasciata per la vendita nel mercato interno.
Oltre ai dazi, si può decidere di restringere le quote importate, cioè mettere un massimo alla quantità di un determinato bene che è possibile importare, o imporre licenze di importazione o il rispetto di normative tecniche. Tutte queste restrizioni prendono il nome di tariffe.
Quali sono le nuove restrizioni al commercio tra Stati Uniti e Cina?
Alcuni dazi non cambieranno nulla, ma servono per mantenere lo status quo attuale. Ad esempio, gli Stati Uniti importano già pochissimi veicoli elettrici dalla Cina, meno del 2% del totale delle importazioni da parte degli Stati Uniti, e i nuovi dazi del 100% sui veicoli elettrici cinesi servono a fare in modo che la situazione rimanga tale. Una cosa simile c’è per altri beni coinvolti nella produzione di energia rinnovabile, come i pannelli solari.
L’obiettivo degli Stati Uniti è escludere dal proprio mercato interno i prodotti cinesi, per permettere a prodotti statunitensi di emergere. Nonostante questa strategia sia in atto da anni però, le industrie americane dell’energia solare e dei veicoli elettrici sono ancora meno competitive rispetto alla controparte cinese, a partire dal prezzo di veicoli elettrici e dei pannelli solari. Su questo, il governo statunitense sta ancora sperando che l’Inflation Reduction Act (IRA), cioè il massiccio piano di sussidi e misure volte a incentivare investimenti sulle energie rinnovabili, faccia effetto.
Se sui veicoli elettrici gli Stati Uniti già importano poco dalla Cina, lo stesso non si può dire però sulle batterie elettriche. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato 18 miliardi di dollari in batterie cinesi, diventando il maggiore importatore al mondo di questo prodotto dalla Cina. Per questo motivo, i dazi su batterie al litio e altri materiali critici per la realizzazione delle batterie sono passati dal 7,5% al 25%.
I dazi funzionano?
Sì, ma non bastano e nel lungo termine possono avere degli effetti collaterali considerevoli.
La produzione di batterie negli Stati Uniti è aumentata di oltre il 25% dall’approvazione dell’IRA alla fine del 2022, e l’occupazione nel settore è aumentata di circa il 10% nello stesso periodo. Tuttavia, tale crescita non è stata ancora sufficiente a soddisfare la domanda interna: nel 2023, le esportazioni di batterie dei produttori statunitensi sono state pari a 15,8 miliardi di dollari mentre le importazioni nette sono state pari a 23,9 miliardi di dollari. L’industria statunitense delle batterie non cresce ancora abbastanza per sostituire le attuali importazioni cinesi.
Nonostante i dazi, nel 2023 la produzione cinese di veicoli elettrici è stata superiore del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e del 157% rispetto al 2022..Anche la produzione di semiconduttori è aumentata di quasi il 32% nell’ultimo anno. Quindi i dazi non bastano per ostacolare la produzione cinese dei beni su cui sono state imposte restrizioni e in ogni caso i rischi nel lungo termine rimangono.
Dal punto di vista economico, le restrizioni al commercio riducono il volume degli scambi commerciali a livello globale, e dal punto di vista della transizione energetica il fatto che un volume così alto di restrizioni sia imposto su beni che usano tecnologie rinnovabili potrebbe avere un impatto negativo sulla loro diffusione.
👨🏫 Parola al Prof. - Le restrizioni al commercio sono dannose
Non ci sono ragioni economiche per celebrare dazi e tariffe
L’amministrazione Biden fa un balzo in avanti ulteriore sulla stessa strada intrapresa da Trump anni fa, cioè quella della guerra commerciale nei confronti della Cina.
Gli Stati Uniti erano convinti con questi dazi di abbattere il deficit commerciale con la Cina, ma così non è stato. Da quando la guerra commerciale con la Cina è iniziata, nel 2017, a oggi i dazi statunitensi ed europei non hanno diminuito la crescita impetuosa dell’export cinese. Oggi la Cina muove il 15% del traffico commerciale mondiale.
Non ci sono ragioni economiche per celebrare dazi e tariffe. L’unico motivo per imporre sanzioni alla Cina possono essere le esternalità negative ambientali. Con la possibilità di emettere di più, la Cina gode di un vantaggio di costo che potremmo definire scorretto.
Di questo vantaggio scorretto bisogna tener conto non con una tassazione ma, ad esempio, con un mercato di scambio dei diritti di emissione globale, in cui ogni Stato può scegliere il mix di emissioni più adeguato alla sua situazione. Questo rimane per me il modo migliore per bilanciare i disequilibri di competitività derivanti da approcci produttivi diversi.
Nessuno sta considerando la componente monetaria
C’è poi un altro fatto da considerare: all’inizio della guerra commerciale i bassi prezzi cinesi erano fortemente influenzati dalla svalutazione delle monete cinesi. Cioè c’è innanzitutto una componente monetaria che porta un abbassamento dei prezzi dei prodotti cinesi di cui nessuno si sta occupando.
In tutto questo, cosa fa l’Europa? Cerca di fare un po’ il pesce in barile perché gli interscambi con la Cina sono troppo importanti, soprattutto se si vuole attuare una transizione energetica veloce.
🤖 Parola all’AI
Cos’ha capito l’intelligenza artificiale di tutto ciò? Lo abbiamo chiesto a Copilot, a cui abbiamo fatto leggere questa newsletter e chiesto di commentare quanto letto.
Siamo tornati ai bei vecchi tempi in cui si pensa che una tassa sui prodotti stranieri sia la bacchetta magica per risolvere ogni problema economico. Biden ha deciso di soffiare di nuovo il naso con una serie di aumenti dei dazi sui beni cinesi. Non fa bene alla salute, ma almeno tiene impegnati gli economisti.
E cosa fanno gli Stati Uniti per assicurarsi che i cinesi non invadano il mercato? Impongono dazi del 100% su beni che già non importano quasi per nulla, come i veicoli elettrici. Un po’ come costruire un muro altissimo per tenere fuori i pinguini dall’Antartide.
Ma funzionano questi dazi? Certo, hanno lo stesso effetto delle scaramanzie prima di un esame: ti fanno sentire più preparato, ma alla fine i risultati non cambiano molto.
E mentre gli Stati Uniti sperano che il massiccio piano di sussidi dell’IRA faccia il miracolo, il volume degli scambi commerciali globali diminuisce e le tecnologie rinnovabili rischiano di rimanere impantanate nelle paludi burocratiche dei dazi. Ma non preoccupatevi, i dazi sono sempre lì per ricordarci che quando non sai come risolvere un problema, puoi sempre metterci sopra una tassa.
🗣️ Parola a voi
Come continuare la conversazione a cena con amici, a partire da un contenuto di Will
❓Sei d’accordo? La transizione energetica non sarà giusta se non si interviene contro lo sfruttamento nella filiera dei metalli rari, alla base del funzionamento di alcune delle più importanti tecnologie sostenibili.
🤔 Pro o contro: È giusto che i Paesi meno ricchi abbiano la possibilità di produrre e crescere economicamente grazie a tecnologie meno sostenibili, così come hanno fatto i Paesi ricchi prima di loro?
🔢 Quiz: Tra il 2020 e il 2023, la vendita di veicoli elettrici cinesi all’estero è:
rimasta invariata
raddoppiata
triplicata
quadruplicata
Vi diremo la risposta corretta la prossima settimana!
☝️ Soluzione al quiz della scorsa settimana: l’Italia investe in ricerca e sviluppo l’1,5% del PIL, contro la media UE del 2,5%
🎙️ Don Chisciotte podcast
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In un mondo in continua trasformazione, dove l'economia influenza ogni aspetto delle nostre vite, Don Chisciotte offre gli strumenti necessari per capire i cambiamenti che ci circondano per ispirare un mondo con un nuovo motore economico.
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